Lo chiamavamo il Re Leone. Lo ricordo ancora, ruggiva indiavolato sotto la Curva. Segnava a raffica e correva come una gazzella. O meglio, come un negro per guadagnare come un bianco. E adesso guadagna molto meglio di tanti, tantissimi bianchi. Samuel Eto'o è stato un pezzo di Inter. Tornare a piangere sul latte versato sarebbe superfluo. Quello che ha dato alla causa nerazzurra è noto a tutti, dalla leadership in campo a quella nello spogliatoio. Eto'o è il campione, Eto'o è stato il Re Leone per tutti gli interisti. Fino a quel giorno in cui ha deciso di volare in Russia, all'Anzhi di Makhachkala. Una città che solo per nominarla e scriverla correttamente servono due minuti, il tempo di un caffé.

Samuel lo ha fatto per soldi, per tanti soldi. "Volevo dimostrare ai bambini africani dove può arrivare un ragazzo che come loro è partito dal nulla", ha detto non più tardi di tre settimane fa. Comprensibile, ma fino a un certo punto. Perché adesso il buon Eto'o si sta mangiando le mani. Posto che un suo ritorno all'Inter è estremamente improbabile e va preso come l'ennesima boutade di mercato, solite fiorire in questo periodo , che Samuel sia stufo della Russia è palese adesso quanto era prevedibile prima. L'Anzhi naufraga, lui non si diverte, addirittura volano le banane addosso ai suoi compagni di squadra. Insomma, non proprio l'esempio migliore per un ragazzino camerunense. Forse meglio San Siro con qualche milionicino (qualche...) in meno sul conto corrente, ma con una qualità di palcoscenico calcistico e di vita neanche lontanamente paragonabile alla mesta realtà di Makhachkala.

Insomma, non giriamoci attorno. Eto'o in Russia sorride solo quando a fine mese arriva il bonifico di Kerimov, poi quando può prende l'aereo e vola a Milano. Lo sanno tutti. Non un buon motivo per dire che tornerà all'Inter, ma sicuramente un buon motivo per sottolineare l'errore di un atleta meraviglioso, straordinario, che si è rinchiuso nella giungla di un calcio di lusso ma senza il benché minimo appeal. Non è bastato Hiddink, non sono bastati gli acquisti dell'Anzhi. Eto'o ha lasciato il sorriso in un cassetto della sua lussuosa casa in via Turati, a Milano. Da Re Leone si è trasformato in Re Mida: tutto quel che tocca è oro, ma non solo il danaro fa la felicità. Anzi, quando si punta solo sul danaro la felicità si smarrisce. Probabilmente, Samuel non vede l'ora di venire via da una prigione d'oro. Un Re in prigione, strano a dirsi ma vero. Il popolo nerazzurro lo riabbraccerebbe volentieri, con il sorriso sulle labbra. Quel sorriso che lui ha lasciato all'Inter e non trova più. O forse è una scelta troppo difficile? La palla passa a Eto'o. Oppure a Re Mida. Ma chi ama il calcio da Samuel ora non si aspetta più un tintinnio di monete, ma... uno dei suoi proverbiali ruggiti.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mar 17 aprile 2012 alle 01:40
Autore: Fabrizio Romano
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