L'Italia s'è desta. Nel dolore, nel rimpianto, nella celebrazione. L'Italia non ha perso occasione di approfittare della tragica scomparsa di Piermario Morosini. Un costume tutto italiano quello di approfondire, indignarsi e a volte lucrare sulle fatalità. Sbattere foto in prima pagina, mostrare immagini che i bambini, e anche molti adulti, non avrebbero voluto vedere. Il rispetto, questo sconosciuto. Mercificazione del dolore all'italiana, in tipico stile Porta a Porta. E non siamo soli, perché dall'estero, soprattutto dalla Spagna, rilanciano. Foto in primo piano dei momenti più brutti, di quando Morosini stava perdendo la vita.

E' moda diffusa accusare i fantomatici tabloid inglesi. In questo caso, però, abbiamo da imparare nella comunicazione british delle tragiche notizie. In questo caso, come accadde anche per Muamba, nessuna immagine di quei momenti terribili e disperati. E' una norma diffusa in Inghilterra, che sarebbe il caso di imitare. Morosini ha diviso l'Italia. La parte che non lo conosceva e che ha fatto gara a scovare notizie sul suo conto come se fosse un vicino di casa. La parte, insomma, che ha diffuso il video dei momenti della morte e le foto più crude.

Poi c'è quella cerchia di persone pure, passionali e sensibili, sinceramente toccati dal dramma. Un dramma che è stato fatto diventare nazionale, ma che è intimo, personale, di ognuno di noi. Un ragazzo, come tanti, poteva essere chiunque, ma faceva il calciatore. Una vita spezzata, un gioco che si trasforma in tragedia. Il calcio, quello vero, piange. E spera che episodi del genere non si verifichino più. Forse il caso di Morosini è stato soltanto una tragica ed ineluttabile fatalità, che non si poteva evitare. Defibrillatori, controlli e presunte auto parcheggiate davanti all'ingresso per le ambulanze. Si può parlare di colpe, si possono fare processi alle intenzioni e accuse a questo e a quell'altro. Intanto Morosini è morto e non si può tornare indietro. Poi se ne parlerà per una settimana e poi tutto tornerà come prima.

Ma è stata rinviata una giornata di tutti i campionati, dalla Serie A in giù. Sarebbe un gesto inutile se da settimana prossima si ricominciasse a giocare come se nulla fosse. Ai piani alti del calcio si pensi davvero a come poter fare qualcosa, per fare in modo che queste cose succedano almeno il meno possibile. Se nulla cambierà, sarebbe stato uguale giocare già questa domenica. Invece bisogna scoperchiare il "vaso di Pandora"  e andare fino a in fondo. Questi episodi, spesso, si possono evitare. E se non si possono evitare, almeno, non sbattiamoli in prima pagina, così nudi e crudi, senza pensarci nemmeno un secondo. Noi, Piermario, vogliamo ricordarlo così, a inizio carriera. Quando aveva entusiasmo e sogni, ora spezzati. 

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Dom 15 aprile 2012 alle 07:01
Autore: Guglielmo Cannavale
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