Un’infanzia dura, segnata anche da alcuni eventi drammatici. Un momento di crisi personale che avrebbe potuto anche pregiudicare l’avanzare della sua carriera. Poi nel 2011, la svolta: prima i tre mesi nella Major League Soccer, esperienza che risulterà fondamentale soprattutto sul piano della crescita, poi il rilancio col Torino, dove aveva iniziato anche la scorsa stagione senza tuttavia brillare, anche perché poco impegnato dal tecnico Lerda, e dove adesso si sta rivelando uno degli elementi chiave della formazione di Gian Piero Ventura capolista del campionato di Serie B. Regalando all’Inter la certezza di aver scovato un vero talento, quando, nel febbraio di tre anni fa, riuscì a scovare Alen Stevanovic, classe 1991, esterno offensivo serbo di grande grinta e velocità. E' dedicato a lui il nuovo numero de La Meglio Gioventù.

La sua storia vera è nota da qualche giorno: Alen Stevanovic all’inizio era Alen Golos, perché quello era il cognome del padre che non ha mai conosciuto perché si separò dalla madre subito dopo la nascita. La madre, invece, andò in Svizzera col nonno (dal quale prende il cognome), mentre lui fuggì dalla Bosnia in Serbia con la nonna e uno zio. Alen, intanto, comincia a crescere e a capire che il pallone potrebbe essere il suo futuro, e da adolescente inizia un lungo girovagare, ottenendo provini un po’ in tutta Europa, anche in Italia dove lo visionano Torino, Roma e Sampdoria prima che nel febbraio 2009 venga aggregato alla formazione Primavera di Fulvio Pea.

Stevanovic si fa subito notare, è uno tosto oltre che veloce, anche se magari si innamora un po’ troppo del pallone. Però riesce a convincere anche José Mourinho delle sue doti, al punto da strappare anche due convocazioni con la prima squadra, con presenza durante l’epico match interno col Siena deciso da quella rete nel recupero di Walter Samuel. Nel luglio del 2010 viene fissata la compartecipazione col Torino, ma, dopo un inizio promettente, viene messo in disparte dal tecnico Franco Lerda che gli concede spazio solo otto volte in stagione. Alen ne risente, e in quel momento inizia una discesa pericolosissima in un tunnel buio: la sua carriera, parole sue, rischiava di saltare, fin quando non è arrivato il momento del suo passaggio al Toronto FC, nel campionato di soccer americano. Dove magari non lascerà una gran traccia sul campo (un blogger canadese lo inserisce addirittura nell'undici peggiore della storia del club) ma a livello umano, grazie all’ottimo lavoro del tecnico dei canadesi, l’ex interista Aron Winter, viene recuperato pienamente, e questo è un passo senz’altro importante.

Poi, il ritorno al Toro, dove trova il tecnico che ne fa emergere al meglio le doti tecniche: Gian Piero Ventura ne fa un punto fisso del suo 4-2-4, e lui ripaga la fiducia con un avvio di stagione eccellente. Sovente il migliore in campo dei granata, trova anche la gioia del primo gol tra i professionisti nella gara vinta contro il Varese, bissata un po’ di tempo dopo in casa del Modena, una gemma in stile Del Piero purtroppo vana perché i canarini riusciranno a ribaltare il risultato. Nella sua mente, ora, c'è voglia di fare le cose in grande col Torino, aiutando Bianchi e compagni a completare la risalita verso la Serie A.

Per poi magari tornare all’Inter e provare a giocarsi le sue carte: del resto, le qualità di Stevanovic ben si sposano in un modulo 4-2-3-1 dove potrebbe indifferentemente occupare uno dei tre spot di trequartista, senza contare che può anche agire da esterno d’attacco in 4-3-3 e anche da seconda punta. Un jolly offensivo, insomma, che garantisce un’iniezione di corsa e freschezza, oltre che quel pizzico di sfrontatezza che non guasta.

Sezione: La Meglio Gioventù / Data: Gio 05 gennaio 2012 alle 19:10
Autore: Christian Liotta
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