Aveva ragione colui che rammentava come “al peggio non c'è mai fine”. La cosa peggiore è che per trovare il peggio ci vuole davvero poco. Ancor meno per darlo, almeno stando alla dimostrazione di demenza offerta da alcuni supporter juventini al San Paolo di Napoli ieri sera. In occasione di Napoli-Juventus, recupero di Serie A, la fetta di spalti dedicata ai tifosi bianconeri ha 'omaggiato' la memoria di Giacinto Facchetti con un vessillo quantomeno becero: “Facchetti 48”. E tutti sanno che nella numerologia della Smorfia il 48 rappresenta il così detto “Morto che parla”. Complimenti per i livelli di imbecillità raggiunti, francamente inarrivabili.

Di questa idea se ne parlava già alla vigilia di Inter-Juventus, poi però la cosa non passò. Stavolta, invece, ecco spuntare nell'impianto napoletano la schifezza assoluta. Sarebbe il caso di capire come mai alcuni striscioni possano entrare in uno stadio, visto che anche a noi della stampa, talvolta, viene vietato l'ingresso di acqua o mandarini! Sarebbe anche il caso che qualcuno si trovasse uno psicologo. Ma uno davvero bravo, perché manifestazioni di idiozia così marcata sono preoccupanti.

Disgusto totale verso gli 'autori' (per fortuna in numero risicato) di questo atto vile verso chi non c'è più. Verso chi, evidentemente, suscita tanta invidia in persone che definirle decerebrate sarebbe il minimo. E non aiuta, in tale contesto, il gran frastuono fatto in questi anni dalla dirigenza juventina, accartocciatasi nel suo stesso peccato originario. Quello Scudetto 2006, così tanto reclamato, ha creato una spaccatura quasi insanabile tra due mondi, quello nerazzurro e quello bianconero. Una dirigenza che prima ha ripudiato la figura della Triade, poi l'ha riabbracciata (cavalcandone l'onda mediatica), per tornare ad abbandonarla nell'ultimo atto processuale (il primo grado del processo di Napoli).

Ancora complimenti. Come vedete, si è passati velocemente dal “Sono sempre 29” a “Facchetti 48”. Continuate così. Continuate a dare i numeri, magari la prossima volta vi portate a casa un peluche.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mer 30 novembre 2011 alle 19:16
Autore: Alessandro Cavasinni
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