Nella settimana delle nazionali e dopo aver disputato cinque gare di campionato e due di Champions proviamo a fare il primo, parzialissimo, bilancio.
A differenza di come stanno facendo in questi giorni tanti media sarebbe assurdo parlare di numeri. Il passaggio dall’era di Gasp a quella di Ranieri non ci permette di avere in mano dei dati che ci possono servire per poter valutare il futuro prossimo della Beneamata. E’ incredibile infatti vedere tanti addetti ai lavori sproloquiare sugli 11 gol subiti o sulle tre sconfitte in campionato (cinque stagionali) con un’ Inter che non è più la stessa rispetto a quella di inizio stagione. Evidenti bestialità di chi è a corto di argomenti.
Tra l’altro, nonostante gli errori commessi, non si possono non considerare i tantissimi torti arbitrali con i quali a tutt’oggi dobbiamo fare i conti. Cosa sarebbe successo se: a Palermo avessero assegnato il rigore e la relativa espulsione a Migliaccio? Con la Roma a tempo scaduto avessero concesso il rigore sull’evidente fallo di Burdisso su Sneijder? A Novara non avessero regalato un rigore e l’uomo in più ai piemontesi? Col Napoli fosse sceso in campo un arbitro e non un “fischietto armato”? Discorsi che noi interisti abbiamo il dovere di tenere a mente visto che nessuno lo fa per noi.
Proseguendo il cammino del resoconto ottobrino la variabile più importante da tenere in considerazione è quella tattica. Passare a una più saggia difesa a 4 e a un più coerente centrocampo a rombo o con 3 centrocampisti più il trequartista è un cambio troppo importante per passare sotto traccia. Se andiamo ad analizzare le caratteristiche dei calciatori presenti in rosa scopriamo infatti che con questo schema, senza essere costretti a ricorrere al mercato di gennaio (sessione che la società comunque non utilizzerà, a meno di clamorosi acquisti a prezzo di saldo, eccezion fatta forse per Kucka), abbiamo almeno due titolari per ruolo. Partiamo dalla difesa: con il modulo a tre apparivano evidenti a tutti sia la poca predisposizione al progetto dei titolari sia la mancanza di valide alternative in caso di infortuni. Schierando invece il reparto a “quattro” scopriamo che nella posizione di centrali abbiamo la pluripremiata ditta Samuel-Lucio ma anche le seconde linee Ranocchia-Chivu e le terze Cordoba-Caldirola. A destra possono giocare il titolare di ruolo Maicon ma all’occorrenza Nagatomo, Jonathan o il baby Faraoni possono essere dei discreti rincalzi. A sinistra c’è Chivu ma, come sostituti, ai tre di cui sopra si può aggiungere anche Javier Zanetti. L’argentino assieme al connazionale Cambiasso e al serbo Stankovic compongono la prima linea dei centrocampisti. In caso di assenza possiamo contare sull’ottimo Obi, su Thiago Motta, su Muntari, su Crisetig e sul promettente Poli, che tra poco rientrerà dall’infortunio. Avanzando di qualche metro troviamo il nostro Wesley Sneijder che come avevo scritto qualche settimana fa per capacità, tecnica, esperienza e perché no, ingaggio, deve assumersi gli onori e gli oneri del vero leader. Oltre a Wesley la società punta forte su due giovani: Alvarez e Coutinho. Lo so che tanti staranno storcendo il naso però, a onor di cronaca ricordiamo che il ventitreenne argentino è stato pagato più di dieci milioni di euro e visto il periodo è una cifra che testimonia quanto la dirigenza e il presidente credano in lui. Il suo gioco ancora tenero e macchinoso è sotto gli occhi di tutti ma le qualità ci sono e il fatto che la sua nazionale lo continui a convocare vorrà pur dire qualcosa, no? Il brasiliano, di quattro anni più giovane, ha fatto bene nel Vasco da Gama e con la nazionale verdeoro di categoria. Vi svelo un piccolo scoop che in pochi sanno: questa estate il Paris Saint Germain di Leonardo si era fatto avanti in modo deciso per acquisire la sua comproprietà ma l’Inter non lo ha voluto cedere perché convinta che possa sbocciare appieno ed essere utile in futuro alla nostra causa come potenziale titolare o magari come preziosa merce di scambio per arrivare a un top player mondiale.
Arriviamo all’attacco. Con il 3-4-3 c’era sì un posto in più, ma almeno due dovevano sacrificarsi in un ruolo non particolarmente gradito. Ora abbiamo quattro, cinque con il giovane Castaignos, potenziali titolari con diverse attitudini e peculiarità che possono ricoprire entrambi i ruoli dello scacchiere avanzato in base alle esigenze del singolo incontro.
A questo panorama tattico va aggiunto il ruolo di Sor Claudio from Trastevere.
Senza nulla togliere alla professionalità di Gasperini, dobbiamo riconoscere che, in questo avvio, Ranieri ha saputo toccare le corde giuste di un gruppo che aveva bisogno di una guida tecnica normalizzatrice ma nello stesso tempo dotata di un'esperienza che sulla carta dovrebbe permettergli di evitare di finire nella famigerata “centrifuga” di cui abbiamo parlato qualche settimana fa.
Insomma, visti gli accadimenti, è complicato fare un bilancio attendibile ma tutto sommato le premesse per fare bene da qui in avanti ci sono tutte. Noi tifosi, i giocatori e la Società dobbiamo procedere tutti uniti nel cammino che ci può portare ancora alla conquista di quegli obbiettivi in linea con il nostro grandissimo blasone.
BoA
PS: Vi ricordo di scrivermi all’indirizzo bosio.fcinternews@gmail.com. Le mail più significative verranno pubblicate all’interno della rubrica del sabato “La posta del BoA” .
Ciao
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