Un messaggio degno di quello che il Presidente della Repubblica legge a reti unificate ogni fine anno. Massimo Moratti parla ai più importanti quotidiani sportivi italiani, sportivi e non, di Inter, del mercato e dello scudetto 2006.

“Nessun dramma per l'addio a Samuel Eto'o: ricordate come andò a finire quando cedemmo Ibrahimovic? Samuel è un professionista serissimo e quando ci sarà l'addio, e se ci sarà, mi mancherà molto. Per noi è stato un trascinatore, un top-player a tutti i livelli”. Il presidente nerazzurro, quindi, conferma l'imminente cessione del camerunese ai russi dell'Anzhi che, evidentemente, hanno soddisfatto le pretese economiche del club campione del mondo in carica. "Quando arrivano offerte del genere è difficile poterle eguagliare. Il fair-play finanziario è una cosa seria e non ci si scherza. Ma non dite che Eto'o mi ha chiesto il rinnovo: non è vero".

Poi, sul mercato in entrata, Moratti puntualizza: “I nomi che leggo sono quelli giusti: seguiamo Tévez, Lavezzi, Forlán. Dico che sarà dura arrivare all'attaccante del City, per gli altri stiamo valutando. Vedremo. Se mi sono sentito con De Laurentiis per il Pocho? Sì, la telefonata c'è stata, ma nulla è deciso. Giuseppe Rossi? Cerchiamo altre caratteristiche".

E Sneijder? "Lui resta con noi, una trattativa per cederlo non è mai nata. Poi, con la partenza eventuale di Eto'o, la sua permanenza è ancora meno in dubbio. Anche quest'anno sarà una grande Inter. L'anno scorso abbiamo avuto qualche passaggio a vuoto nei momenti decisivi e per questo non abbiamo vinto di più, ma la struttura di squadra è forte. Forse perderemo Eto'o, ma l'ossatura c'è e Gasperini ci darà un gioco”. Parole che dovrebbero far felici i tifosi nerazzurri, nonostante la partenza del Re Leone, davvero dura da digerire.

Calcio italiano in crisi? "Ha ragione Galliani: bisogna aumentare il potenziale economico per competere con gli altri paesi avanzati. Per il resto, il campionato resta equilibrato: il Milan ha preso Mexes ed è rimasto la squadra dell'anno scorso; non mi dispiace la Juventus, molto rinforzata; Roma da inquadrare, mentre occhio a Napoli e Lazio".

Nelle parole conclusive ai cronisti, si scorge anche uno sprazzo d'orgoglio sulla questione Calciopoli: “Sono molto tranquillo. Lo scudetto 2006? Potrei chiamare qualche collega e regalarglielo...”, risponde sarcastico il numero uno interista. "Calciopoli dipende dagli altri, non da me. E non ho alcun senso di colpa, come vorrebbero farci avere gli altri. L'Italia è un Paese strano". Molto strano, caro Presidente. 


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Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 17 agosto 2011 alle 08:00
Autore: Alessandro Cavasinni
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