Marco Materazzi, come nel suo stile, entra duro in scivolata. In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, l’ex numero 23 nerazzurro racconta le sue verità sugli allenatori e sulla sua storia con l’Inter. Si parte dalla fine della scorsa stagione: “Voglio chiarire subito: lasciare l'Inter non è stata una mia decisione. Alla fine della stagione passata mi è stato detto che non rientravo più nei piani del vecchio tecnico (Leonardo, ndr), che mi avrebbe anche lasciato fuori dalle liste Champions. Non conosco il reale motivo di queste minacce. Mi è stato detto di essere ‘impegnativo’. Ma non ci credo. Io non ho mai chiesto di giocare. A quel punto giocare una partita o cinquanta non cambia tanto. Forse è stato perché se non vedo cose giuste, lo faccio presente. Dissi al vecchio tecnico (Matrix non fa il nome, ndr) che se l’Inter avesse fatto più turnover avrebbe fatto meglio. Poi gli chiesi se potevo giocare almeno la ‘mia’ Coppa Italia. Sarei voluto restare l’ultimo anno. A Moratti dissi che avrei barattato i soldi dello stipendio con i quattro titoli”.

Il rimpianto: “Non aver avuto Mourinho come ultimo tecnico. Uno dal carattere forte che affrontava tutto a muso duro”. Su Benitez: “Cito quello detto da Carragher che recita così: 'Benitez è uno di quelli che sa tutto lui. Se lo incontri in un pub ti vien voglia di dargli un pugno'. Moratti: “Lo ringrazio tanto. Per lui vale il mio tatoo ‘Don’t judge a book by it’s cover’. L’apparenza inganna, infatti non si è mai fidato di ciò che si diceva su di me”.

Su Gasperini: “Ha una bella responsabilità. Ha fatto un gioco diverso pur non avendo gli uomini di Ferguson, ma ora ha grandi giocatori e può fare bene. Ha una bella bici Pinarello, deve pedalare per confermare il soprannome che ha”. La numero 23 per Andrea Ranocchia: “Voglio che la indossi e la tenga per dieci anni sulle spalle. Lui ha paura che sia pesante. I tifosi devono sapere che il 23 continuerà a essere indossato. Solo il 3 di Facchetti non deve essere indossato”.

Dopo aver ricordato Siena come partita più bella e affermato che Eto’o e Ronaldo sono i migliori compagni mai avuti, Marco rivela: “Ho tenuto il posto sul cuore per un tatoo dello stemma nerazzurro. Ora che sono un ex Inter lo farò e nessuno dirà che sono ruffiano”, conclude Matrix senza peli sulla lingua, duro come un suo tackle ma al miele quando si tratta di parlare della sua Inter. I tifosi lo ricorderanno sempre.

Sezione: FOCUS / Data: Mer 20 luglio 2011 alle 09:40 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alberto Casavecchia
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