Gianni Brera, il ‘maestro’, lo chiamava Rombo di Tuono, per le sue cannonate mancine che gettavano nel panico tutte le difese avversarie. E’ stato l’artefice principale del miracolo Cagliari, campione d’Italia nel 1970 sotto la guida di quel Manlio Scopigno del quale leggenda metropolitana dice che fosse talmente sicuro dei suoi uomini al punto da assopirsi durante le partite, svegliandosi per chiedere il risultato di tanto in tanto. Tante volte chi lo ha visto giocare mi ha raccontato le mirabilie di cui era capace, e quante volte la sfortuna gli si è accanita contro impedendogli di ottenere ancora più successi; tutto, senza mai farsi mancare gli occhi lucidi, che fossero tifosi di Cagliari, Inter, Milan, Juve e compagnia. Insomma, non si può pensare che bene di un uomo come Gigi Riva, il mitico bomber del Cagliari. Riva che da ieri, agli occhi dell’Inter e degli interisti, ha guadagnato ancora più credito, diventando una sorta di ‘paladino onorario’ dei colori nerazzurri, pur avendo trascorso tutta la propria carriera in Sardegna.

Il fatto è noto: martedì Gigi Riva da Leggiuno si è scagliato apertamente contro coloro i quali hanno osato attaccare la figura di Giacinto Facchetti, lanciandogli contro accuse ignominiose. Troppo da sopportare, per Riva, uno che con Facchetti ha condiviso tante avventure azzurre, con la vittoria dell’Europeo 1968  e il secondo posto al mondiale messicano, quello di Italia-Germania 4-3, che ben conosceva le qualità umane e morali del Cipe, e che non ha potuto tollerare tale gettata di fango così offensiva e gratuita. E allora, ecco la sua accorata difesa, quel “Facchetti era un angelo” che, qualunque cosa possano pensare i suoi detrattori, rappresenta la sintesi di un uomo, di una persona, di un mito. E poi, quella voglia di ‘spaccare tutto dalla rabbia’, condivisa da tutti i cuori interisti, e quell’invito: “Tutti quelli che parlano di lui farebbero meglio a stare zitti. Lui era pulito, una persona semplice, onesta!”. Una risposta secca, lapidaria, contro chi ha provato a fare del male al nostro Cipe oltraggiando la sua figura.

Parole che l’Inter ha fatto immediatamente sue, con tanto di sovrimpressione sulla gigantografia di Facchetti che campeggia sul sito ufficiale del club. E che Massimo Moratti ha prontamente sottolineato, elogiando pubblicamente ‘Gigirriva’ definendolo “una bellissima persona. E’ sempre stato molto chiuso e le sue parole forti e istintive sono state davvero belle. Lo ho sempre ammirato come calciatore e come uomo, adesso ancora di più. Noi l'avevamo già preso, poi è voluto rimanere a Cagliari”. Aggiungendo in calce una rivelazione interessante: storico fu il suo rifiuto alla Juventus di Agnelli, adesso scopriamo che anche Moratti padre mise le mani sul bomber rossoblu, che però non se la sentì di tradire la sua patria adottiva, la Sardegna. E che evidenzia ulteriormente le sue doti morali di uomo eccezionale come eccezionale era da giocatore. E allora, grazie Rombo di Tuono; anche grazie a te, le malelingue tremeranno ancora di più…
 

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mer 06 luglio 2011 alle 14:30
Autore: Christian Liotta
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