Come insegna la favola che narra la sfida di velocità tra la lepre e la tartaruga, con quest’ultima vincitrice poiché la lepre si è troppo fermata per strada, allo stesso modo i leoni nerazzurri perdono, sembra in modo irrimediabile, una corsa scudetto che avrebbero dovuto stravincere.
Da un punto di vista squisitamente numerico, la differenza l’hanno fatta comunque i due derby, persi entrambi, e quest’ultimo senza l’ombra di un briciolo di fortuna (gol rapidissimo delle tartarughe dopo 50 secondi; palla che non varca la linea di porta per un soffio; gol divorato dal leone camerunese, quello da sempre più agguerrito). Insomma audaces fortuna juvat, e questo campionato premia un Milan piccolo piccolo, operaio, che ha avuto il merito di crederci, di farsi coraggio vedendo i leoni, prima appagati, poi stanchi, poi lontani e infine disperati nel rincorrere la vetta con la rabbia tra i denti per recuperare un gap che ormai sembrava abissale e incolmabile. Nonostante tutto, gli indomabili ce l’avevano fatta: le tartarughe erano ormai lì, a portata “di zampa”, bastava spazzarle via. E invece è andata come è andata, le tartarughine avevano serbato le energie per affrontare gli stanchi avversari. E hanno vinto! Onore a loro!

Bisogna applaudire questi eventi perché sono eventi leggendari come lo furono le imprese di Davide contro Golia o di Ulisse contro Polifemo, o della citata tartaruga contro la lepre. Si tratta di una metafora capace di dare una lezione di vita oltre che di calcio: non sempre vince il più forte se quest’ultimo si ferma troppo per strada! Qualsiasi siano i motivi delle soste…
Lo squadrone di Leonardo va però applaudito, in modo incondizionato: ci ha regalato un sogno per molti mesi e l’interista ha imparato a godere anche di queste piccole cose, sperando inoltre in un suicidio finale delle tartarughe rossonere (con le tartarughe non si sa mai) o comunque cercando di fare bene, come stiamo facendo, in Champions Leaugue, che è quella che in questo 2011 deteniamo noi, nella bacheca scintillante curata personalmente da Massimo Moratti nella sede interista, dove il presidentissimo sogna di dover presto mettere ordine (non crea mai, e fa bene, spazi preventivamente da destinare a nuovi trofei, per via della sua nota vena scaramantica).

Cosa rimane del crollo post-derby? La convinzione di aver gettato al vento un’occasione per riprenderci ciò che ci spettava – per così dire – per diritto di forza maggiore. La lezione estrema sull’importanza delle motivazioni: lo aveva dimostrato Leonardo subentrando a Benitez, lo ha dimostrato un Milan motivatissimo confrontato ad un Inter arrivata con il fiatone, appagata da una rincorsa che l’aveva posizionata, nella settimana pre-derby, a soli due punti dalla vetta. Una collocazione che sapeva di vittoria, che appagava lo spirito e che dunque ha fatto un po’ diminuire la tensione.
Lo scudetto non lo abbiamo perso – se così sarà – sabato sera. Lo scudetto è un regalo involontario confezionato da mesi per le tartAllegre rossonere che piano piano si stanno meritando ciò che non avrebbero mai sperato, ben consce dei loro limiti, di poter ottenere ad inizio anno. Chapeau!

Sezione: Editoriale / Data: Lun 04 aprile 2011 alle 00:01
Autore: Menotti Lerro
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