Il calcio di oggi è per larga parte condizionato dall'aspetto psicologico. Diverse situazioni - anche in casa Inter - sono legate a questa componente. Per questo esiste la figura del mental coach, molto diffusa anche nel nostro campionato e addetta proprio alla risoluzione di tali problematiche. Per approfondire proprio su diversi aspetti mentali del mondo nerazzurro, FcInterNews.it ha contattato in esclusiva Roberto Civitarese, noto mental coach di diversi calciatori di spessore internazionale.

Roberto, partiamo dall'arrivo di Leonardo. Cosa ha fatto scattare il brasiliano nella testa dei giocatori?

"Leonardo ha il grande merito di aver ricompattato il gruppo, facendo leva sulle vittorie del passato e sulla capacità di riprodurle. Anche i continui accenni all'ex tecnico José Mourinho andavano in questa direzione. Benitez, al contrario, aveva azzerato il lavoro della scorsa stagione imponendo un nuovo metodo di lavoro. Magari dal punto di vista tecnico poteva essere anche adatto, ma dal punto di vista motivazionale ha creato dei blocchi enormi. E' questo il motivo, a mio avviso, del difficile avvio di stagione dell'Inter, poi superato con Leo".

Conosci bene Andrea Ranocchia. Secondo te quanto ha inciso l'aspetto psicologico sul brillante recupero dopo il grave infortunio subito?

"Andrea è un ragazzo eccezionale, sia dal punto di vista umano che da quello professionale. Il brutto infortunio è avvenuto in un momento delicato della sua carriera: stava facendo molto bene a Bari, e c'era la possibilità concreta di disputare il primo Mondiale della sua carriera. I grandi campioni hanno la capacità di restare sempre focalizzati sul miglioramento personale indipendentemente dai fattori esterni che possono condizionare gli eventi. E così ha fatto Andrea, il quale da subito ha cominciato a lavorare costantemente per recuperare e per tornare più forte di prima. Il suo unico pensiero era il campo. Questo suo modo di affrontare la difficile situazione ha inciso sicuramente sul brillante recupero".

Impossibile non dedicare un accenno anche a Davide Santon. Cosa può essergli accaduto? Il Bambino pare essersi smarrito...

"La situazione di Davide Santon è complessa e purtroppo riguarda anche molte altre giovani promesse del calcio. Un giocatore che ha grandi qualità e che viene lanciato in un mondo così complesso come quello del calcio professionistico deve essere preparato non solo dal punti di vista fisico-ateltico e tecnico-tattico, ma anche dal punto di vista mentale. Aver debuttato giovanissimo in prima squadra e aver giocato in Champions crea, per gli addetti ai lavori e tifosi, grandi aspettative. Paragoni lusinghieri e prime pagine dei giornali, per intenderci. Quando poi ti capita di sbagliare, di avere un calo di prestazione, tutto ritorna indietro come un boomerang. A quel punto l'identità del campione viene messa in dubbio e il giocatore si trova solo con se stesso ad affrontare le difficoltà. Per uscire da questo tunnel occorre riprendere in mano la propria vita, ripartire dal quel sogno cullato fin da bambino e mettere in gioco tutte le risorse necessarie per realizzarlo. Bisogna guardare avanti e costruire giorno dopo giorno il futuro che si desidera. Dare il massimo sempre e disinteressarsi di tutto il resto. Questo è il primo passo che Davide può fare per ritrovarsi".

José Mourinho è un grande cultore del lavoro psicologico nel calcio. Cosa pensi di lui?

"Per quanto riguarda Mourinho, ho avuto modo di dire che dal punto di vista psicologico è il migliore al mondo. Ha grande capacità di concentrare le attenzioni e le energie sul lavoro di gruppo e su tutto ciò che serve per ottenere risultati importanti. E' stato anche molto bravo a deviare le poemiche e le critiche proteggendo sempre la sua squadra. I risultati ottenuti dimostrano più delle mie parole la grande capacità del tecnico portoghese".

Chiusura dedicata ad un gran prospetto come Luca Caldirola, con il quale lavori. Quanto è importante la componente psicologica per i progressi del difensore?

"Luca è un ragazzo splendido, dotato di grandi qualità tecniche. Quando l'ho conosciuto era nella primavera dell'Inter e come molti giocatori delle giovanili cullava il desiderio di giocare in prima squadra. Come dicevo prima, per fare il salto di qualità occore prepararsi anche dal punto di vista mentale. Il lavoro svolto con Luca ha sicuramente inciso sulla consapevolezza dei propri mezzi e sulla forte personalità del giocatore. Oggi Caldirola si sente più forte, più sicuro e pronto per essere protagonista nel nostro calcio. La convocazione in Under 21 e la stima dello staff tecnico della nazionale sono la dimostrazione del valore del giocatore".

- La riproduzione, anche parziale, dell'articolo è consentita solo previa citazione della fonte FcInterNews.it. I trasgressori saranno segnalati a norma di legge.

Sezione: Esclusive / Data: Mer 23 marzo 2011 alle 12:46
Autore: Fabrizio Romano
vedi letture
Print