Nella conferenza stampa della vigilia di Inter-Cagliari, anticipo della 26^ giornata di campionato in programma domani alle 20,45, Leonardo esordisce commentando le recenti uscite dei sardi: "Gli ultimi risultati del Cagliari sono stati buoni. Giocano un calcio offensivo e sarà una partita aperta, giocata".

Quello con il Cagliari sarà il primo dei molteplici impegni fondamentali per i nerazzurri, attesi mercoledì dall'andata degli ottavi di Champions contro il Bayern. "L'attenzione sarà alta su ogni fronte - ha dichiarato Leo -. Ovviamente il riuscire a gestire tutte le partite non è mai facile, ma ce la faremo. Tornare a giocare la Champions dà carica positiva, non è un problema. E poi questa squadra ha dimostrato una certa continuità, quindi non sono preoccupato. È ovvio che comunque le energie vanno gestite, ma cercando soprattutto di utilizzare chi sta meglio. L'Inter ha dentro di sé l'idea di vincere tutto e noi vogliamo farlo: è impossibile per questa squadra pensare ad altro che non sia vincere. Possono cambiare i giocatori, ma non cambia però l'idea di scendere in campo per vincere".

Una domanda su Sneijder e Lucio, non convocati per il match di domani sera. "Se fossero al cento per cento ci sarebbero già sabato. Sneijder ha fatto 50 giorni fermo - spiega il tecnico -, è tornato, ha fatto 4 partite dispendiose e difficili: è normale che abbia accusato qualcosina, perché il rientro è sempre così, e ci sono momenti in cui si deve convivere un po' con la fatica. Per questo non è stato convocato, non per precauzione in vista del Bayern Monaco. Mentre per quanto riguarda Lucio, i tempi di un infortunio devono essere rispettati: è vero che c'è tanta voglia di giocare ma anche lui è consapevole che è ancora il momento di aspettare, per recuperare totalmente".

Si passa a parlare quindi di rimonta e classifica: "Io non faccio tanti conti - afferma Leo -, mancano tredici partite, un terzo del campionato. Non saprei dire quanti punti è riuscito a fare per esempio fatto il Milan in un tot di giornate. La sola cosa a cui penso siamo noi. Rimango concentrato su quello che possiamo fare e sono molto felice quando guardo la classifica: tutto si fa sul campo e di quello che si fa sul campo sono felice".

Un giornalista presente in sala stampa chiede al mister se la squadra possa definirsi stanca. "Quello che so è che tutte le partite sono diventate più importanti e le esigenze sono enormi - replica Leonardo -: le ossa, i tendini, i muscoli non si sono sviluppati rispetto a 20 anni fa, al contrario delle esigenze che sono aumentate. La fatica è grande, si sa, ma lo è per tutti".

Un parere anche sulle prestazioni dei singoli, in particolare la coppia difensiva Ranocchia-Cordoba: "Sono molto felice di Ranocchia. Non è mai semplice arrivare a metà stagione in una squadra, è stato bravissimo - prosegue entusiasta il tecnico -. Per quanto riguarda Cordoba, devo dire che è davvero un esempio di giocatore straordinario. Il suo silenzio è una leadership straordinaria: Cordoba è andato in campo con una spalla messa male, ha lesioni e non dice niente... È incredibile. Ma tutti sono incredibili: Deki, Cambiasso, il capitano, Materazzi, Eto'o, Pazzini, Maicon. Tutti fanno cose straordinarie".

A Firenze è stata la prima da titolare per Yuto Nagatomo. "Ha dato una risposta davvero positiva - ha commentato Leonardo -. Ha anche superato i pregiudizi di essere il primo giapponese in una grande squadra. A Firenze, in una gara difficile da leggere, ha fatto bene anche se ha cominciato un po' teso".

Si parla anche di Champions e del flop delle squadre italiane: "Ci sono delle cose in proposito che mi fanno arrabbiare. Non si può sentir dire solo 'Arsenal e Barcellona' che spettacolo. L'Inter è l'attuale campione d'Europa e non ci si può dimenticare quello che ha fatto, non si può sentire che 'non c'è più', come ho sentito. In generale, però, il calcio italiano forse deve essere rivisto nella sua struttura, per far crescere maggiormente le società. A livello globale però. Comunque, credo che l'Italia sia ancora a livelli altissimi".

Una domanda anche sul mercato e su Ganso, riguardo cui l'allenatore nerazzurro ribadisce: "Lo conosco bene, ma ora non è il momento di parlare di lui perché è infortunato. Ora deve recuperare ed in futuro sono sicuro che giocherà in un big europea. Per lui, però, non ci saranno né derby di mercato né aste".

Leonardo chiude parlando dell'allenatore del Cagliari Donadoni, vecchia conoscenza nelle fila del Milan: "E' una persona che mi piace molto, un uomo davvero sensibile. Lo vedo bene, moderato, ha preso una squadra che a lui piace: è uno che porta al calcio cose positive".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 18 febbraio 2011 alle 13:40
Autore: Daniele Alfieri
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