Tanti, troppi infortuni stanno colpendo in maniera quasi tragica l'Inter di Rafa Benitez. Un'ecatombe imprevista, che ormai non sorprende più, dato che ogni giorno almeno un pezzo dei campioni d'Europa se ne cade. C'è anche però chi non trova spazio e - tra questioni fisiche e scelte prettamente tecniche - non gradisce nella maniera più assoluta le esclusioni operate dall'allenatore di Madrid. In particolare, ne La Gazzetta dello Sport di oggi, si possono evidenziare due di queste situazioni che meriterebbero una spiegazione. I due soggetti in questione sono Davide Santon e Julio Cesar, e questi casi vanno presi in attenta analisi uno per uno. Partiamo dal terzino della Nazionale: sulla rosea, si legge come "Davide sia stato utilizzato troppo poco da Benitez, e a volte in caso disperati come quando contro il Brescia, entrò al posto di Samuel come terzo cambio. Santon non la prese benissimo". In effetti, dopo l'iniezione di fiducia nella gara da titolare a Genova dove fece benissimo, Davide fu quasi clamorosamente escluso nella gara con i bresciani: dopo l'infortunio di Maicon, per la fascia destra, gli fu preferito Cordoba. Già allora, ci chiedemmo il perché di questa scelta di Benitez. Davide in fondo aveva convinto durante l'ostica trasferta a Marassi contro il Genoa, quella bocciatura può averlo ferito. E quanto serviva un terzino di spinta in quel momento contro il Brescia! Lo dimostrò Santon stesso al momento dell'ingresso in campo, quando fu decisivo per la crescita nerazzurra nel finale.

Anche nel derby, sembrava pronto ad entrare dopo l'infortunio di Materazzi ed invece niente: ancora esclusione per lui, senza spiegazioni. Qualcuno dice sia stata colpa della brutta prova di Lecce, ma Santon non fu poi così tanto disastroso. Ricordiamo che sta ora riprendendosi da un lungo infortunio che gli ha dato anche difficoltà psicologiche, quel non riuscire a tornare mai perché sempre frenato da problemi. Insomma, la questione è chiara: il Bambino ha bisogno di fiducia e minuti, l'Inter ha bisogno - ora più che mai - della grinta e della freschezza di Santon. Passiamo all'altro caso, quello di Julio Cesar. Tra le righe, oggi nel pezzo della Gazzetta che evidenzia l'ennesimo infortunio del brasiliano, si legge: "Julio Cesar in teoria era già pronto a giocare per il derby - e non c'era rimasto benissimo quando aveva saputo che sarebbe finito solo in panchina - ma era stato preservato per non correre rischi inutili". Ma allora, perché portarselo dietro in panchina? A quel punto, non convocarlo o spedirlo in tribuna sarebbe stata una soluzione più logica: la panchina è suonata come una beffa, anche perché il portiere non deve correre come un giocatore 'di campo', dunque se davvero era in grado di poter stare in panchina, lo era pure per ricevere i gradi da titolare. Oppure quando il tecnico dice in conferenza stampa che "chi è convocato lo è perché è disponibile a poter giocare", mente? Crediamo proprio di no.

Adesso difficilmente Julio ci sarà a Verona per questa ricaduta, però le scelte di Benitez andrebbero motivate con più convinzione. Qualche mistero effettivamente rimane, con Santon che scalpita e Julio Cesar che si aspettava una reazione diversa da Rafa. La Nazionale ha comunque rilanciato la voglia di Davide, il brasiliano invece è pronto a riscattarsi. Per ricominciare tutti insieme con un'Inter più fresca che mai.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 19 novembre 2010 alle 20:00
Autore: Fabrizio Romano
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