Dopo la tempesta, gli attacchi. L'Inter di Rafa Benitez è crollata sotto i colpi di un Milan neanche trascendentale, ma semplicemente più solido dei nerazzurri, troppo sterili in avanti e concentrati su un possesso palla estenuante che non ha portato - nè ieri sera nè nelle ultime uscite contro due neopromosse - assolutamente a nulla. Adesso però da ogni dove piovono accuse al tecnico spagnolo non soltanto per l'ideologia tattica, ma soprattutto per quanto riguarda la vicenda dello staff tecnico: ieri sera, nella stracittadina, è arrivato il terzo infortunio stagionale per Diego Milito all'adduttore, stessa zona che ha colpito anche il giovane Joel Obi. Inutile citare tutti gli altri uomini k.o. da agosto ad oggi, ci sarebbe da fare un elenco quasi interminabile, ma ciò che rimane è la preoccupante sostanza. Nel lavoro quotidiano dell'Inter c'è qualcosa che non va, ma pare che il mistero non possa emergere. Il sorriso del professor Combi che non volle parlare degli altri infortuni quando discusse di quello di Samuel fu indicativo, Benitez giustifica tutto con il post-Mondiale (ma ormai siamo a novembre!), il presidente Moratti resta stupito e non trova spiegazioni.

"Non è cambiato nulla dalla preparazione che effettuava Mourinho e dal suo lavoro di tutti i giorni", ricorda Rafa, però va sottolineato come anche Sneijder - nella recente intervista al De Telegraaf dove riconosceva la sua stanchezza - facesse presente come il tecnico spagnolo abbia messo a lavorare duramente i suoi uomini già da agosto. Che sia qui il problema? Per adesso non si possono dare certezze, ma anche il terreno di San Siro gioca la sua parte. Cordoba e Zanetti ieri sera erano infuriati per le condizioni del manto erboso, purtroppo sono anni che il problema si ripresenta ma ultimamente stiamo toccando i minimi storici. Questa però può essere una giustificazione solo parziale: insomma, in molti accusano lo staff che Rafa si è voluto portare a Milano. Con lui, è arrivato il secondo allenatore Pellegrino, il preparatore dei portieri Valero ma soprattutto l'accusato principale, Francisco De Miguel, preparatore atletico. Cosa sta sbagliando l'Inter per subire tutti questi infortuni che condizionano ovviamente il rendimento in campo della squadra? Tutti attendiamo una risposta certa, le motivazioni plausibili al momento sono quelle appena elencate.

Ma a questo punto, sorge spontaneo un dubbio. Nel mese di maggio, la Juventus aveva praticamente chiuso per prendere Benitez sulla panchina bianconera: sfumò tutto proprio per lo staff tecnico che lo spagnolo voleva portarsi interamente con sé a Torino. "Questioni economiche", si disse all'epoca, ma siamo proprio certi che dietro alla scelta dei dirigenti bianconeri non ci fossero cattive referenze sullo staff di Rafa? Lo scorso anno, a Liverpool, Benitez perse i vari Fernando Torres per lungo tempo, Daniel Agger, ma anche Alberto Aquilani che ora è proprio a Torino. Lo spettro rimane, ma questo è solo un dubbio e non una certezza. La certezza vera è che si sente terribilmente la mancanza di un uomo come Gabriele Oriali, una rinuncia che ancora deve trovare spiegazioni: perché toglierlo da quel ruolo dove tanto bene aveva fatto? Ora c'è Amedeo Carboni, arrivato per aiutare Rafa ma che finora non ci ha mai messo la faccia. L'orgoglio nerazzurro che traspariva dal buon Lele in ogni dichiarazione manca a questa squadra, manca quel carisma che proprio Oriali - insieme ovviamente a Mourinho - infondeva con le sue parole ai giocatori, ma poteva bastare anche solo uno sguardo. Ora sembra tutto più disteso, forse fin troppo. Aspettando delle spiegazioni che probabilmente non avremo mai, manteniamo la fiducia in una squadra, in un tecnico ed in uno staff che però dovranno inevitabilmente cambiare qualcosa nella programmazione. Perché - come ha detto il presidente Moratti - "così pare difficile andare avanti".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 15 novembre 2010 alle 19:08
Autore: Fabrizio Romano
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