Una notte per il Bambino. Su Inter Channel, il canale tematico nerazzurro, Davide Santon si confessa in una lunga ed interessante intervista che viene proposta in anteprima sul sito ufficiale dell'Inter. Ecco tutte le parole di Davide, recentemente rientrato in squadra definitivamente dopo un infortunio che lo ha tenuto fuori a lungo.
Non sarebbe meglio per Davide Santon giocare a destra e farlo da subito, al posto di Maicon che non è al meglio e sembra triste?
"No, non è così. Non è triste. Come per tutti i giocatori ci sono dei momenti più belli e dei momenti più brutti. Magari in questo periodo Maicon non è in uno di quei momenti in cui si è super in forma, ma penso che sia un grande giocatore e quello che ha dimostrato l'anno scorso lo testimonia. Per quanto riguarda me, io ovviamente ho voglia di giocare, sia a destra che a sinistra, non importa dove, non fa differenza, l'importante è giocare. L'anno scorso ho sofferto tanto, non solo per l'infortunio, ma anche durante il recupero: vedere i miei compagni che si allenavano e non poterlo fare non è stato facile, volevo dare il mio contributo e non potevo. Quindi, ora che mi sento bene, ho voglia di dimostrare quello di cui sono capace e ho voglia di fare ancora di più, sempre di più. L'anno scorso ho giocato poco, poi abbiamo vinto tutti insieme chiaro, però è lo stesso un dispiacere aver potuto dare poco il mio contributo. Quando l'anno scorso abbiamo vinto, e quando - sicuramente - vinceremo in futuro, ovviamente lo faremo tutti insieme".
Lara da Varese vorrebbe sapere come mai la scelta del numero 39 sulla maglia?
"Semplicemente perché quando sono stato in ritiro il primo anno mi hanno dato il numero 39 e non ho mai avuto nessuna intenzione di cambiarlo. Penso che lo terrò a vita, perché è un numero che mi piace molto, anche se non ha un preciso significato".
Santon si sentirebbe pronto per giocare al posto di Cristian Chivu?
"Io ho voglia di giocare, ma non mi piace questa cosa del giocare al posto di uno o di un altro. Io cerco solo di fare del mio meglio, di impegnarmi in allenamento, e poi sarà Rafael Benitez a decidere".
Filippo da Cervia vorrebbe sapere che importanza hanno i genitori di Davide nella sua carriera?
"Sono stati importantissimi, la cosa più importante della mia vita, compreso il mio fratellino Enrico: mi hanno sempre aiutato molto. Pur lavorando, hanno sempre cercato di venirmi a trovare, di starmi vicino: devo loro la vita, li ringrazio di tutto".
Antonello da Ostuni ci spiega che i tifosi aspettano Santon fiducioso, che possa tornare presto quello che non faceva prendere la palla a un certo Cristiano Ronaldo.
"Ricordo bene quella gara, era il mio esordio in Champions League, e contro c'era Cristiano Ronaldo. A pensarci ora, non potrei più essere tranquillo come lo ero stato: mi ricordo che nel viaggio da Appiano Gentile allo stadio avevo addirittura dormito... incredibile... (sorride, ndr). Adesso non saprei essere così tranquillo".
Daniela vorrebbe sapere quanti tatuaggi ha Davide e se hanno un significato particolare.
"Ho sei tatuaggi: il tatuaggio della Champions dell'anno scorso, dello scudetto del primo anno che ho esordito, la data di nascita in caratteri romani di mio fratello, un cuore sul polpaccio con una pergamena con le iniziali della mia famiglia, un altro simbolo dietro la schiena che vuol dire 'samurai' e poi il nome di mio nonno cui ero molto affezionato, il nonno Giovanni, che mi portava al campo da bambino. Mi aveva promesso che se un giorno fossi diventato un grande calciatore mi avrebbe portato avanti e indietro sempre lui dagli allenamenti".
Noemi vorrebbe sapere se Santon e Balotelli sono ancora in contatto, visto che sono sempre stati molto uniti.
"A dire la verità è un po' che non ci sentiamo, però come ero amico suo prima lo sono anche adesso. Se dovesse venire a Milano ci vedremmo e ci saluteremmo sicuramente, anche se non ci sentiamo spesso siamo sempre amici. Cosa ho pensato quando ha deciso di andare a Manchester? Non so, di solito quando un giocatore lascia una squadra è perché non vuole stare in una squadra o non si trova più bene, comunque a lui il calcio straniero è sempre piaciuto. Comunque posso solo dire che se lui ha deciso di andare, gli posso augurare di fare bene".
Angelo vorrebbe sapere: qual è il ruolo preferito in campo?
"Diciamo che preferirei giocare avanti, o per lo meno come terzino che punta in avanti, mentre quando ho avuto la possibilità di giocare - essendoci Maicon dall'altra parte che spinge molto - io magari sono stato costretto a tenere più la posizione dietro. Però diciamo che mi piacerebbe giocare più avanti, anche se come terzino mi trovo bene lo stesso".
Giuseppe chiede come si fa a dosare la giusta grinta nel ruolo del terzino?
"Devo dire che io non sono uno tanto cattivo, comunque ci sono certe partite che ti fanno innervosire e quindi la grinta ce l'hai per tutta la gara. A volte invece la grinta svanisce durante la partita e allora devi sempre cercare di essere concentrato al massimo, di aggredire il tuo avversario quando ha la palla. Mai abbassare la soglia di attenzione".
Lorenzo vorrebbe sapere quando arriverà il primo gol in serie A, visto che nelle giovanili il vizio del gol a Santon non è mai mancato.
"Nel periodo delle giovanili effettivamente di gol ne ho fatti abbastanza. Quando ero negli Allievi ne ho fatti due al Milan, in un derby molto particolare per me: c'era tantissima gente a vedere la gara, c'erano i miei genitori, e quando finì la partita vidi mio padre che piangeva, per me fu un'emozione. Poi c'era tanta gente a vederci, veniva spesso anche Ernesto Paolillo. Poi poco dopo feci il salto in Primavera, giocando le fasi finali dello scudetto, e poi l'anno dopo andai in ritiro con la prima squadra. Comunque speriamo di segnare al più presto, il primo anno ci sono andato vicino quando ho esordito, poi la scorsa stagione invece è stata un po' difficile, e adesso speriamo che ritrovando un po' di spazio arrivi questo gol che cerco da un po' di tempo".
Rosy da Bergamo vorrebbe sapere come è stato il rapporto di Davide con la scuola?
"La scuola è importantissima, ma non è facile andare a scuola quando devi fare gli allenamenti tutti i giorni. Ho cercato di impegnarmi il più possibile e alla fine sono riuscito a prendere il diploma di ragioneria. Se è stata più difficile la maturità o la gara con il Manchester? Se devo dire la verità ero più teso alla maturità. Con il Manchester all'inizio ero teso, ma poi con lo scorrere del tempo non lo sono più stato, mentre alla maturità con lo scorrere dei quiz la tensione aumentava... (sorride, ndr)".
Angelo chiede ogni quanto tempo Santon riesce a tornare a Portomaggiore e che cosa fa quando torna.
"Io sono nato a Portomaggiore, ma non abito lì, bensì in un paese in provincia di Ferrara, che dista un'oretta da Portomaggiore, Bosco Mesola, un posto cui sono molto affezionato. Per quanto riguarda gli amici che ho lì, sono sempre rimasto in contatto con loro: alcuni hanno approfittato della situazione, altri invece sono rimasti amici veri. Bisogna stare attenti, perché quando entri in questo mondo non sempre trovi gente che ti vuole bene, a volte c'è chi fa finta di volerti bene e poi, appena hai qualche problema, fanno finta di niente. Gli amici veri, invece, devono esserci sia nei momenti di difficoltà che nei momenti di gloria".
C'è chi chiede: ma Santon c'è su Facebook?
"Ci sono, ma ci sono anche tantissimi ragazzi che si spacciano per me, quindi chissà quante 'cavolate' magari si trovano che non sono vere".
Benitez ha spiegato a Davide perché da quando è tornato disponibile è stato utilizzato così poco? C'è la possibilità di uno spostamento a centrocampo?
"Bisogna andare per gradi, dimostrare piano piano di avere spinta, di aver gamba, e poi si vedrà. Io cerco di fare del mio meglio, di saltare l'uomo, in alcune gare è difficile perché c'è da soffrire, però nella mia testa c'è sempre l'obiettivo di puntare l'uomo e saltarlo, altrimenti non mi sento contento".
Che cosa ci può dire dell'ex Marko Arnautovic? Era davvero così pazzo come dicevano?
"Era pazzo, faceva ridere, molto simpatico".
Caterina vorrebbe sapere se Santon è fidanzato.
"Sì, sono fidanzato da un anno e quasi tre mesi. È una cosa seria. Come si chiama lei? Hera".
È vero che in ritiro Davide gioca a carte?
"A carte giocavo prima, adesso gioco alla playstation con Materazzi, che ogni volta perde... (sorride, ndr)".
Che cosa ha provato nel giorno in cui ha firmato il contratto con l'Inter?
"È stato un giorno importantissimo, perché dopo aver fatto dei sacrifici era una cosa importantissima per me. La cosa più importante, comunque, resta la felicità di giocare a calcio: devi sempre avere voglia e non mollare mai, anche se magari raggiungi dei traguardi economici".
Viviano, Santon, Ranocchia: la nazionale sarà presto composta da questi giocatori nerazzurri?
"Io ci credo, ci spero, darò il massimo per andare in nazionale. Adesso, però, penso all'Inter, a fare bene con il mio club".
Autore: Fabrizio Romano
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