Fa sempre piacere ricordarlo, e a lui l'Inter è rimasta in testa. Sempre e comunque, Josè Mourinho. Direttamente da Madrid, anche se è ormai un vate anche al Real quando deve ancora iniziare ufficialmente la sua avventura spagnola, lo Special One ripercorre quello che è stato sicuramente il suo momento di massima gloria, con la doppia sfida più bella della stagione, della sua Grande Inter che l'anno scorso ha conquistato l'Europa. Inter-Barcellona, tra andata e ritorno, è stata la battaglia più bella, e Josè in una lunga intervista ripresa da tutti i quotidiani spagnoli la ricorda come antidoto per il suo Real Madrid, che con il Barça dovrà farci i conti anche per vincere la Liga, che ormai pare un tabù dalle parti del Bernabèu contro i marziani della Catalogna che Josè ha sconfitto. E sentite un po' come ricorda quella partita. "Ricordo perfettamente quelle due partite. Il problema di quando si affronta il Barça è che si può temere, invece questo Real deve fare come l'Inter in Champions League in quelle partite, nel turno eliminatorio della semifinale: bisogna mettere da parte il timore, attaccare il Barça, non volerlo emulare per forza come magari si può credere. Noi lo facemmo e vincemmo".

La sua mentalità è rimasta ovviamente la stessa, e lo si capisce già dai vocaboli: "Dobbiamo essere una squadra e canalizzare la motivazione di questo gruppo, perdente negli ultimi anni". E' questo l'ordine impartito da Josè che ha fatto dell'Inter il primo club d'Europa. Ma la sua testa è sempre ai 'suoi tifosi', alla 'sua squadra', al 'suo presidente', alla sua Inter.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 14 agosto 2010 alle 17:44
Autore: Fabrizio Romano
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