Intervistato dal Corriere dello Sport, Dejan Stankovic, da leader dello spogliatoio nerazzurro, ha detto senza peli sulla lingua cosa pensa dei casi più scottanti del mercato dell'Inter, vale a dire le cessioni, probabili, di Mario Balotelli e Maicon. Il serbo, per quanto riguarda il giovane attaccante, si è espresso senza troppi giri di parole: “Leggo i giornali per informarmi, ma per ora Mario è ancora con noi. Balotelli è una giovane promessa, sicuramente ha un potenziale enorme ancora da mostrare, ma nel calcio tutti i giocatori possono essere rimpiazzati. Il calcio italiano negli anni ha per­so tanti giocatori di clas­se, non mi riferisco solo ai giovani pro­mettenti, ma anche gran­di campioni. Basta considerare per esempio Ibrahimo­vic: sembrava che l’Inter senza di lui non potesse neppure scendere in campo e invece, con tut­to il rispetto per Zlatan, quando è partito abbiamo vinto tutto”. Un discorso che non vale però per l'esterno della Seleçao, che Stankovic ritiene indispensabile per l'Inter, un po' come Mourinho la scorsa estate quando si parlava di un possibile addio del brasiliano: "Maicon è come un fratello, se andasse via l’Inter perderebbe un grande giocatore anche perché in giro non esiste un altro Maicon. Mi piangerà il cuore, se però è felice altrove, lo sarò anch'io”.

Si passa poi ad altri argomenti, soprattutto le prossime sfide e i prossimi gtrofei che attendono l'Inter, e il serbo racconta un aneddoto per chiarire le sue sensazioni: "A dicembre 2009, quando il Barcellona ha conquistato il Mondiale per club portando a casa il suo sesto titolo, ero con Julio Cesar e ci siamo detti 'quando mai noi riusciremo a fare una cosa del genere?'. Ora abbiamo fatto oltre metà della strada e possiamo eguagliarli. La squadra l’abbiamo, esattamente come le qualità per vincere ancora ed entrare nella storia.  Adesso c'è Benitez, e il primo approccio è stato positivo. Si lavora tanto tatticamente, ma anche fisicamente. Personalmente, nonostante le vacanze siano state belle, non vedevo l'ora di ricominciare".

Ultima battuta sulle parole di Totti ("Ci hanno rubato due scudetti"), che sono costate il deferimento al capitano della Roma: "Considero quella frase uno scherzo, conosco Totti e so quanto abbia rosicato per le nostre vittorie. Come i 'bambini' che vogliono vendicarsi ha cercato di colpirci così. Noi però non abbiamo rubato niente e a lui non resta che rosicare...".
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 30 luglio 2010 alle 09:45 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print