"Tutto posso in colui che mi dà la forza". Con questo versetto tratto dalla Bibbia, Adriano Leite Ribeiro (per tutti Adriano) gridava al mondo - a quei tempi ai suoi piedi - di avercela fatta. Di essere riuscito a scappare da un percorso segnato, come un puntino che evade da una retta destinata inesorabilmente verso il proprio destino. Era il 15 marzo del 2005, lo stadio San Siro, l'avversario il Porto, mandato al tappeto dalla straripante tripletta dell'Imperatore. Quelle reti, che spedivano i nerazzurri nei quarti di finale di Champions League, sembravano solo l'inizio di un lungo dominio. Devastante come pochi, tecnico, potente. Il brasiliano aveva tutto per scrivere pagine gloriose. "Tutto avrebbe potuto", come lui stesso diceva, se solo avesse avuto la forza di mantenere dritta la via.

Nemmeno nel suo incubo più ricorrente l'Imperatore avrebbe potuto disegnare le tappe future del suo regno. Caduto presto, troppo presto, in decadenza. Fantasmi che ancora invadono la mente di un ragazzo tanto forte fisicamente quanto fragile nel profondo del suo io. Succede, senza affidarsi alla retorica, quando ti mancano riferimenti importanti. Succede di sperperare - quasi un'offesa per chi né difetta - un talento immenso. Tutto bruciato in fretta, a grosse falcate, quelle con cui era solito - nei giorni migliori - divorare il campo manco fosse un leone a caccia di una preda.

Persa quella fame, quella voglia di inseguire il suo sogno, Adriano è sprofondato in mare di insuccessi/polemiche/ fallimenti, lottando contro un male che non puoi battere senza impegnarti al massimo. L'ultima pugnalata ad un'autostima ormai ai minimi storici è arrivata il 7 novembre scorso quando il Flamengo - che aveva offerto un contratto a tempo alla punta - decide di licenziarlo perché "distratto da motivi di natura personale". La solita storia insomma.

Le ultime notizie lo danno ora prossimo ad un nuovo sbarco in Italia, scrive TMW. Questioni personali - dicono - ma anche la ricerca di una nuova - ennesima - ultima possibilità. I ben informati parlano di contatti con club nostrani, anche se le incognite sulla condizione psico-fisica dell'ormai ex Imperatore non aprono scenari luminosi. Chissà se quel ragazzo che ha cenato per qualche tempo con gli dei del calcio avrà ancora la voglia di ritrovarsi o se sarà ancora vittima del male oscuro che lo ha portato a restare prigioniero di se stesso. Intrappolato, senza via d'uscita. "Come un fiammifero acceso in una stanza buia...".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Ven 25 gennaio 2013 alle 05:00 / Fonte: Tuttomercatoweb.com
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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